Mariuccia roccotelli

Bio

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Mariuccia Roccotelli nasce in Puglia nel 1974 e si diploma in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.

È stata allieva di importanti maestri quali: Rodolfo Aricò, Giovanni Maria Accame, Tommaso Trini. Attualmente vive e lavora a Milano come pittrice e insegnante d’arte presso l’Istituto Penitenziario Minorile “C. Beccaria”. Figlia dell’artista Michele Roccotelli, l’arte è da sempre stato il suo ambito d’interesse e il suo linguaggio. Grazie alla sua capacità e creatività, giovanissima viene selezionata per realizzare le scenografie per la produzione Rai di “Topo Gigio”. Questa esperienza le offre nuove opportunità anche per trasmissioni nel gruppo Mediaset.

Alla fine degli anni Novanta inizia la sua collaborazione con la scuola pubblica in un progetto che segna particolarmente anche il suo percorso pittorico. Lascia l’Italia per insegnare presso istituti didattici internazionali ad Asmara in Eritrea e ad Addis Abeba in Etiopia. In quel periodo realizza una serie di opere ricche di suggestioni e riflessioni che fanno emergere il suo modo di parlare con l’arte di società. In un luogo dove non era facile trovare strumenti per l’attività pittorica e scenografica si ingegnanel lavorare materiali di recupero: una scelta imposta che si rivela una risorsa stimolante per la sua produzione artistica ancora oggi. L’ambasciata italiana riconosce il valore del suo lavoro e organizza due mostre personali all’artista: una presso la residenza dell’Ambasciata Italiana in Eritrea, a Villa Roma e un’altra presso la Casa degli Italiani.

Alle tonalità spensierate del bel paese si mescolano quelle della povertà e della carestia, ma anche della vivacità di un mondo sommerso, tutto da scoprire e ricercare. Le tele diventano più astratte, ma anche composite e stratificate a livello di materiali e le esperienze di allestimento scenografico proseguono in ambito teatrale, trovando nuova linfa e ispirazione nelle tematiche sociali.

Di recente il colore azzurro ha inondato la sua vita, la sensibilità verso gli individui in difficoltà l’hanno condotta a varcare uno dei luoghi più carichi del dolore del vivere e del disagio dell’anima. Oggi insegna arte all’interno di un Istituto Penitenziario; così la passione per le spirali come soggetti pittorici è finita dietro le sbarre del disagio sociale e della discriminazione verso i più deboli.

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Dicono di lei

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